I Miracoli di Sant’Antonio
Il Santo dei Miracoli
I miracoli di Sant’Antonio, prodigi di guarigione, conversione e perfino di resurrezione compiuti in vita e dopo la morte sono così numerosi da far dire a Pio XI: «Il mondo è pieno dei miracoli che si ottengono per intercessione di S. Antonio». Eccone alcuni tra i più celebri.
Il pane di Sant’Antonio
La tradizione di benedire il pane in onore di sant’Antonio e di distribuirlo in cambio di offerte da devolvere in opere di carità ha le sue origini in uno dei miracoli di Sant’Antonio, la risurrezione del piccolo Tommasino. Lasciato incautamente dalla madre accanto a un recipiente pieno d’acqua, il bimbo annega. Quando la donna se ne accorge, la testa del figlio è ormai sul fondo del recipiente. Il piccino di soli 20 mesi viene tirato fuori dal mastello ormai rigido e morto. La mamma fa voto di distribuire ai poveri la quantità di grano corrispondente al peso del bimbo, se Antonio lo resuscita. Così avviene: il bambino torna in vita.
La predica ai pesci
Uno dei primi miracoli di Sant’Antonio avviene a Rimini, città “eretica” e quindi terra di missione per Antonio. Le cronache riferiscono che, di fronte all’indifferenza degli abitanti che non lo ascoltano, Antonio dice: «Ecco, mi rivolgo ai pesci per confondere più apertamente la vostra incredulità». A queste parole, un enorme banco di pesci affiora dal mare, in ascolto del sermone, e si allontana solo dopo aver ricevuto dal Santo la benedizione. Il prodigio stupisce la folla e ottiene la conversione della comunità eretica.
Il piede riattaccato
In confessionale un giovane rivela di aver colpito la madre con un calcio. Antonio assolve il ragazzo ma il suo rimprovero è duro: «Quel piede che ti ha dato scandalo, sarebbe meglio per te tagliarlo» gli dice. Profondamente colpito da queste parole, in un momento di follia il giovane si taglia il piede con un’ascia. La madre, disperata, corre in convento e incolpa della disgrazia Antonio, che raggiunge il giovane, prende il piede mozzato e lo riattacca alla gamba, facendovi il segno della croce. Grande è lo stupore della madre e del figlio, che si rialza e comincia a saltare, cantando le lodi del Signore.
Il neonato che parla
A Ferrara il Santo si imbatte in un nobile cavaliere, sposato a una donna molto bella, della quale è geloso. La coppia ha appena avuto un bimbo, ma il padre sospetta che il piccolo sia frutto di un adulterio. Per riportare la pace in famiglia, Antonio prende in braccio il neonato e lo scongiura di dire a tutti, a voce chiara, chi è suo padre. Il piccolo, di pochi giorni, si guarda intorno, indica con la manina il genitore e dice: «Ecco, questo è mio padre!». «Prendi tuo figlio e ama tua moglie!» dice quindi sant’Antonio al marito che, stupito dal prodigio, chiede perdono a Dio e alla consorte calunniata.
Il bambino caduto in acqua bollente
Per correre ad ascoltare la predicazione di Sant’Antonio, un giorno una mamma esce di casa in tutta fretta, lasciando il figlioletto solo e incustodito. Quando la vedono tornare dalla predica i vicini le chiedono: «Dov’è tuo figlio?». La donna si strappa i capelli e si graffia il viso in preda al terrore: solo in quel momento ricorda infatti di aver dimenticato il piccolo nella caldaia! Una piccola folla segue la mamma nella sua disperata corsa verso casa e lo stupore di tutti è grande quando si scopre che il bambino sta giocando, sì, con l’acqua bollente, ma è del tutto illeso.
Il ragazzo resuscitato
Mentre costruisce una chiesetta di pietre a Gemona del Friuli, sant’Antonio vede un passante, in viaggio su un carretto con il figlio, al quale vorrebbe chiedere una mano. Non volendo prestare aiuto, l’uomo suggerisce al ragazzo: «Fai finta di essere morto, così fra’ Antonio ci lascia in pace». Antonio quindi chiede all’uomo di portargli qualche pietra, ma questi replica: «Sto andando a seppellire mio figlio». «Sia come dici» risponde allora il Santo. Svoltato l’angolo, l’uomo esorta il figlio ad alzarsi. Il ragazzo non risponde. Il padre lo scuote, ma il figlio è morto davvero. Impaurito e spaventato, l’uomo torna quindi dal santo e lo prega di avere pietà di lui. «Alzati!» dice Antonio al ragazzo, che resuscita per la gioia del padre, ora felice di aiutare il Santo a costruire la sua chiesetta.
Il cuore dell’usuraio
L’ultimo dei miracoli di Sant’Antonio che vi raccontiamo, riguarda il cuore di un usuraio. Antonio si trova a Firenze intento in una delle sue predicazioni quotidiane, quando si imbatte nel corteo funebre di un ricco usuraio, molto famoso in città. Ostile alla pratica dell’usura, che divora i beni dei poveri, dei bambini e delle vedove, Antonio ferma il feretro e citando il Vangelo dice: «Dov’è il tuo tesoro, lì è anche il tuo cuore». Impressionata, la gente corre a casa dell’usuraio, apre il forziere dell’avaro e in mezzo al denaro, tra le monete d’oro, trova un cuore umano ancora caldo e palpitante. La profezia del Santo trova un’altra conferma, poi, quando i chirurghi aprono il petto del defunto e lo trovano senza cuore.
La mula affamata
Siamo sempre a Rimini, nel 1223. Gli eretici sfidano Antonio e gli chiedono una prova inconfutabile che li spinga a convertirsi. Uno di loro porta ad Antonio una mula: «La lascio digiuna per tre giorni – dice – . Poi io gli offro del foraggio, tu il Corpo di Cristo e si vedrà!». Trascorrono i tre giorni stabiliti: l’eretico porta la mula ad Antonio, che la invita ad adorare l’Ostia consacrata. Nonostante la fame, l’animale si disinteressa della biada e si inginocchia davanti all’Altissimo. Nello stupore generale, si realizza il miracolo promesso e insieme la conversione dell’eretico.